Come ogni amante degli animali so quanto sia importante la prevenzione e la salute dei nostri piccoli amici.
La creazione di questa pagina è dunque un vademecum importante sia per me sia per tutti i lettori per una convivenza felice ed accorta con i nostri gatti.
I testi scritti in questa pagina non sostituiscono in nessun caso una diagnosi veterinaria, anzi vogliono essere un primo approccio analitico, una base da cui partire per capire ed accudire il nostro siberiano.

 

 

Le Vaccinazioni

La vaccinazione consiste nella somministrazione di un vaccino per creare uno stato immunitario nei confronti di una o più malattie (vaccinoprofilassi).
Il vaccino è costituito da microrganismi o parti di essi, opportunamente trattati per perdere le proprietà infettive, ma non quelle antigeniche, in modo da poter essere utilizzato nel conferimento di immunità attiva al soggetto cui viene somministrato.
L'immunità deriva dalla stimolazione, nel soggetto ricevente, alla produzione di anticorpi neutralizzanti il microrganismo stesso. La distinzione tra vaccini è legata alle modalità di creazione: possono essere vivi attenuati (costituiti da germi vivi ma resi meno virulenti) oppure inattivati (costituiti da germi uccisi) . In seguito alla revisione delle linee guida per la vaccinazione dei gatti sono stati individuati dei vaccini “di base” (contro la Panleucopenia Felina e contro le Malattie respiratorie virali) e dei vaccini “non di base” da praticarsi solo se esiste un reale rischio di esposizione (contro la Clamidia) e contro la Leucemia Felina (FeLV)). A seconda del tipo di vita del gatto, il vostro veterinario vi consiglierà un piano vaccinale ottimale con richiami annuali, biennali o triennali.
La prima vaccinazione (è consigliata quella trivalente di base) viene fatta nel gattino di 8 settimane e poi deve essere eseguita una seconda vaccinazione di richiamo dopo 21 giorni-1 mese.
Poiché gli anticorpi materni possono interferire con la risposta alla vaccinazione, nelle situazioni a rischio (cuccioli nati da madri regolarmente vaccinate e che quindi forniscono un colostro ad alto titolo anticorpale, cuccioli che andranno in esposizione o che entreranno in contatto con altri gatti) si consiglia di eseguire una terza vaccinazione a 16 settimane di età.
La vaccinazione contro la rabbia deve essere fatta nel gatto solo quando strettamente necessario (viaggi all'estero, esposizioni feline, zone a rischio).
Controindicazioni alla vaccinazione: la vaccinazione, specialmente quella con vaccini vivi attenuati è controindicata nelle gatte gravide, nei gatti immunodepressi e nei gatti sottoposti a terapie antitumorali.

L'accoppiamento

Quando la gatta è in estro, si accovaccia, tiene sollevata la coda di lato e mostrano comportamenti come lo strusciarsi contro i vari oggetti, rotolarsi per terra e lo”zampettare” con le zampe posteriori. La gatta miagola con maggior frequenza e tono, a volte producendo suoni bassi e lamentosi.
Durante l’accoppiamento il maschio morde con decisione il collo della femmina e la monta. Di solito in questo stadio entrambi i gatti muovono attivamente gli arti posteriori e la gatta assume una posizione che rende più accessibile la regione vulvare. La penetrazione è rapidamente seguita dall’eiaculazione. Questa intera sequenza di eventi dura generalmente da mezzo minuto a 5 minuti.
Appena il gatto maschio si ritira, la femmina emette il cosiddetto “gemito della copula” forte e penetrante ed il maschio si allontanerà ad una distanza di sicurezza.
L’accoppiamento viene di solito ripetuto per più volte a vari intervalli, finché la gatta non permette più al maschio di montarla.
Gli accoppiamenti posso ripetersi più giorni, fino a 5 giorni circa.

Il ciclo sessuale della gatta

La gatta domestica è un animale poliestrale stagionale ad ovulazione indotta.
Si definisce poliestrale perché presenta cicli estrali che si susseguono durante la stagione riproduttiva; stagionale poiché la riproduzione è caratterizzata da un periodo di anestro dovuto al fotoperiodo. I cicli estrali si susseguono da Gennaio a Settembre e s’interrompono da Ottobre a Dicembre (anestro stagionale dovuto alle giornate di luce corta). Questo periodo può essere molto ridotto o addirittura assente nelle gatte che vivono in casa e che hanno a disposizione calore e cibo. La gatta domestica è definita una specie ad ovulazione indotta poiché necessita dell’accoppiamento per l’ovulazione.
Nella gatta l’intervallo tra nascita e primo estro (detto pubertà) può essere influenzato da numerosi fattori quali: l’ambiente, il periodo della nascita in relazione al fotoperiodo, la razza e fattori psicologici. Il ciclo estrale può essere suddiviso in quattro fasi: proestro, estro, diestro (presente solo se vi è la formazione di corpi lutei) ed anestro. Il proestro ha una durata media di 1- 3 giorni e durante questo periodo le femmine attraggono i maschi ma non accettano l’accoppiamento.
Ci sono atteggiamenti tipici quali: sfregamento della testa e del collo, miagolii e rotolamento. È possibile osservare arrossamento della vulva. Questo periodo è caratterizzato dallo sviluppo dei follicoli ovarici pronti per l’ovulazione.
Nelle gatte l’estro dura in media 5-6 giorni (da un minimo di 2-3 ad un massimo di 18-20 giorni), dipende anche se l’animale si accoppia e dal momento in cui si accoppia. I caratteri distintivi dell’estro sono: anoressia, poliuria, emissione di un miagolio simile al pianto (per richiamare il maschio) e accucciamento con la regione pelvica alzata ed un movimento delle zampe ritmico. Si può vedere una piccola quantità di liquido siero-ematico che esce dalla vagina. Se avviene l’accoppiamento e l’animale è gravido, i follicoli ovarici maturi ovulano e si formano i corpi lutei che rimangono attivi fino a poco prima del parto, altrimenti, se l’animale si è accoppiato ma non è gravido, i corpi lutei permangono per circa 40 giorni (pseudogravidanza).
Se l’accoppiamento non avviene, i follicoli non ovulano e diventano atresici (cioè appaiono occlusi) e dopo circa 7-8 giorni si sviluppano dei nuovi follicoli e può iniziare un nuovo ciclo estrale.
Per cui in questo caso l’intervallo tra un ciclo estrale e quello successivo si aggira intorno ai 14-19 giorni Il diestro compare solo se è avvenuta l’ovulazione ed è caratterizzato dalla presenza di corpi lutei e di elevati livelli ematici di progesterone. Ha una durata di circa 35-40 giorni. 
Al diestro può fare seguito un nuovo ciclo estrale oppure un periodo di inattività ovarica, chiamato anestro.


La gravidanza

A fecondazione si verifica nell’ovidotto tra il 6° e l’8° giorno dopo l’accoppiamento.
Le blastocisti migrano nell’utero e l’impianto avviene tra l’11° e il 14° giorno dopo l’accoppiamento.
La durata della gravidanza è mediamente di 65 giorni (da 63 a 69 giorni) dopo un accoppiamento fecondo. La gravidanza viene confermata nella maggior parte dei casi da palpazione addominale e dal 20° al 25° giorno di gestazione si possono facilmente percepire una serie di dilatazioni sferiche. Questa manovra deve essere fatta esclusivamente dal proprio veterinario.
Altri segni che possono confermare la gravidanza sono l’arrossamento dei capezzoli, l’aumento dell’appetito, l’aumento del peso corporeo. L’ecografia permette di identificare i gattini addirittura dal 14°-15° giorno, mentre gli scheletri fetali possono essere visualizzati radiograficamente dal 43° giorno.
La radiografia al termine della gravidanza permette di sapere quanti sono esattamente i gattini, notizia che può essere molto utile durante il parto.
Non sono attualmente disponibili test di laboratorio per la diagnosi di gravidanza nel gatto. È importante ricordare che alla gatta non devono essere somministrati farmaci senza l’autorizzazione di un veterinario né devono essere inoculati trattamenti antiparassitari o vaccini, in quanto questi potrebbero provocare malformazioni dei feti ed aborto.
Nella seconda metà della gravidanza, inoltre, è necessario cambiare l’alimentazione della gatta optando per piccoli e frequenti pasti somministrando cibo per cuccioli e gatte in gestazione.

Il parto

La gravidanza nella gatta dura in media 63-65 giorni anche se sono considerate normali le gravidanze che durano dai 61 ai 67 giorni. I cuccioli che nascono prima del 61° giorno sono da considerarsi prematuri e di solito muoiono dopo pochi giorni perché non è stata ancora raggiunta la piena maturazione dei polmoni. Quando la gatta è “a termine”, ossia quando è verso la fine della sua gravidanza, inizia ad ispezionare in casa per cercare dei possibili luoghi tranquilli dove andare a partorire.
Ricordatevi sempre di chiudere i cassetti e le ante degli armadi, qualora non desideriate che la vostra gatta partorisca li.
Alcune gatte mostrano, qualche giorno prima del parto, delle piccole perdite vaginali inodori rossastre piuttosto dense. E’ del tutto normale: si tratta del tappo mucoso che si scioglie quando, poco prima del parto, si dilata la cervice. 
Scegliete una stanza calda, tranquilla e accogliente dove la gatta possa partorire. Preparate una scatola di cartone oppure in legno, se amate il fai da te, grande a sufficienza per poter far stare la gatta comoda, completamente distesa e non rannicchiata. Nella scatola devono essere messi delle coperte o dei lenzuoli o asciugamani e sopra un telo assorbente usa e getta, rimuovendo le copertine e mettendone di pulite.
Alla fine del parto ricordatevi di cambiare le coperte: la cuccia della gatta deve essere sempre pulita quotidianamente. L’uso di copertine in pile (tranne nei 2 mesi di caldo intenso) è molto adatto alla situazione dal momento che sono lavabili a 60° e si asciugano velocemente.
Durante la prima fase del travaglio (che può durare fino a 24 ore) la gatta mostra segni di irrequietezza, vocalizza e assume un comportamento di “fare il nido” cioè scava, fino a strappare il proprio giaciglio, probabilmente come reazione al dolore. La maggior parte delle gatte cerca continue carezze e attenzioni; noi dovremo accarezzarla per tranquillizzarla e darle sicurezza.
Alcune gatte istintivamente cercano la lettiera e scavano come se dovessero urinare o defecare. Occorre riportare la gatta, cercando però di non prenderla in braccio per non rischiare di farle male, nel luogo prescelto e cercando con pazienza di farcela rimanere. Il secondo stadio del travaglio è caratterizzato da forti contrazioni dell’utero che noi percepiamo come delle “spinte”.
Il respiro diventa più frequente, e certe gatte particolarmente nervose arrivano ad ansimare vistosamente, spalancando la bocca e facendo fuoriuscire la lingua con il respiro molto accelerato. Le prime contrazioni sono molto distanziate, poi sempre più frequenti; la vulva comincia a dilatarsi, compare il primo sacchetto amniotico che ha l’aspetto di un palloncino ripieno di liquido.
Durante questa fase la gatta può assumere diverse posizioni e frequentemente le cambia: si può mettere in decubito, si stende cioè su un lato, oppure sedersi come se stesse defecando. Quando il feto è impegnato nel canale pelvico viene stimolata una forte contrazione dell’addome che fa fuoriuscire il gattino. A questo punto la gatta si gira, si lecca vigorosamente, rompe gli invogli fetali e, finalmente, il piccolo compare. Il gattino si può presentare con la testa o, indifferentemente, o podalico (con le zampe posteriori).
La presentazione podalica è molto frequente e non bisogna preoccuparsi.
Di solito il cucciolo rimane attaccato al cordone ombelicale e alla sua rispettiva placenta. Non tirate il cordone per far uscire la placenta rischiando di lacerala lasciando pezzi dentro l’utero. La placenta che è legata al gattino dal cordone ombelicale di solito fuoriesce dopo qualche minuto. Solitamente, la madre mangia le placente appena espulse, reciderà il cordone ombelicale coi denti e pulirà il gattino.
Ci si dovrà sempre accertare che tutta la placenta venga emessa per evitare l’insorgere di pericolose infezioni post-parto. Le placente sono un alimento molto calorico e, se la gatta le mangia non le vanno tolte perché l’aiuta a riprendere le forze. All’uscita del gattino se il sacco amniotico non si è ancora rotto, le vigorose leccate della gatta lo apriranno per stimolare nel cucciolo la respirazione e la circolazione.
Alcune gatte, tuttavia, non si curano né di aprire il sacco amniotico né di recidere il cordone ombelicale, soprattutto quando si tratta di gatte primipare, oppure se la gatta è particolarmente stanca. In questo caso si deve intervenire prontamente per evitare che il piccolo soffochi aprendo per prima cosa il sacchetto amniotico in cui è avvolto il cucciolo.
Se la mamma non lecca il cucciolo bisogna prendere un fazzoletto di carta o scottex e asciugarlo energicamente. Una volta che la placenta è uscita, se la gatta non la mangia e non recide il cordone ombelicale dovremmo farlo noi.
Alcuni consigliano l’uso di un paio di forbicine, opportunamente disinfettate, tagliando a una distanza di 3-4 centimetri dal corpo del gattino e schiacciando il cordone per fermare l’uscita di sangue.
A questo punto occorrerà asciugare il gattino sfregandolo piano per stimolarne sia la respirazione sia la circolazione e, se il cucciolo è stato per lungo tempo in travaglio, bisognerà avere l’accortezza di controllare che non abbia ingerito il liquido amniotico e nel caso aspirarlo dalla bocca con un aspiratore per neonati con la massima cautela!
La nascita del primo gattino dura in media 30-60 minuti e l’intervallo tra l’espulsione dei gattini successivi varia da qualche minuto a 90 minuti.
Frequentemente i primi nati inizieranno ad attaccarsi alle mammelle per assumere il latte mentre il parto prosegue. La consistenza numerica della cucciolata è influenzata dalla razza, dalle condizioni e dall’età della gatta. In media vengono partoriti 4 gattini (da 1 a 8).
La durata del parto dall’inizio delle contrazioni è di circa 4-6 ore. La distocia (anomalia nello svolgimento del parto) è rara nella gatta, ma bisogna prenderla in considerazione se per più di un’ora si hanno spinte senza espulsione del feto o se si osserva uno scolo abbondante color sangue. durante il parto. In questo caso chiamate il vostro veterinario di fiducia. A parto terminato, la gatta si pulisce leccandosi tutta ed è felice e rilassata facendo le fusa accanto ai suoi cuccioli che, qualora non si fossero ancora attaccati dovremmo accompagnarli delicatamente noi al capezzolo. La gatta va lasciata quindi tranquilla in un luogo appartato e potete darle la sua scatoletta di umido preferito per risollevarla dalle fatiche del parto.
Se la gatta vive con altre gatte è meglio non isolarle perché la possono aiutare nelle fasi di recisione del cordone ombelicale, mangiare le placente e pulire i gattini neonati.  

La sterilizzazione

Esiste un problema che tutti i proprietari di gatti d’appartamento si trovano prima o poi inevitabilmente ad affrontare: sterilizzare o meno il proprio gatto.
Con la sterilizzazione non solo vengono eliminati fenomeni comportamentali indesiderati legati al calore, che possono compromettere una piacevole convivenza con il proprio animale, come ad esempio il miagolio incessante e/o la marcatura del territorio, ma anche,se effettuata intorno ai 6-7 mesi di età, viene ridotta la percentuale di insorgenza futura nella gatta di tumori mammari e dell'utero e di altre malattie legate al malfunzionamento delle ovaie.
L'intervento chirurgico Il gatto deve restare a digiuno a partire da 10-12 ore prima dell'intervento, togliendo anche la ciotola dell'acqua intorno a 5-6 ore prima. L'operazione è eseguita in anestesia totale.

Per la gatta:
I possibili interventi di sterilizzazione, tutti praticati previa una incisione di pochi centimentri sulla linea mediana dell'addome del soggetto, sono:
Ovariectomia: Asportazione di entrambe le ovaie, dopo aver legato i vari vasi che le irrorano al fine di evitare sanguinamenti. È un intervento di routine che dura alcune poche di minuti.

Ovario-isteroctomia: Asportazione di entrambe le ovaie e dell'utero. Generalmente questo tipo di intervento viene effettuato nei casi in cui l'utero sia compromesso e quindi in NON buone condizioni di salute.

Salpingectomia: Legatura delle tube di Falloppio. Questo tipo di intervento non è mai utilizzato in quanto permette che venga impedito il concepimento, ma non il calore e tutte le relative conseguenze.

Per il gatto:

I possibili interventi di sterilizzazione sono: Orchiectomia:Asportazione dei testicoli. La chirurgia vera e propria consiste nell'incisione della cute della borsa scrotale, del sottocute e delle strutture sottostanti sino al testicolo. Una volta isolato il dotto deferente e i vasi del testicolo si eseguiranno alcune legature tra queste strutture in modo da evitare il sanguinamento e verrà quindi asportato il testicolo. Non si appongono punti sulla cute dello scroto, che guarisce spontaneamente.
Vasectomia: Chiusura dei condotti che permettono agli spermatozoi di uscire dai testicoli. In questo caso il gatto rimane sterile, ma conserva l'istinto di accoppiarsi con le relative conseguenze. Al momento delle dimissioni il gatto potrebbe presentare ancora gli effetti collaterali della anestesia e essere ancora barcollante. Si consiglia pertanto, una volta arrivati a casa, di tenerlo in un posto tranquillo e al buio e non sul divano o sul letto, da cui potrebbe innavvertitamente cadere.
Si dovrà proseguire con il digiuno fino quando il gatto quando sarà completamente sveglio. Il veterinario prescriverà un antibiotico, che dovrà essere somministrato per almeno cinque giorni. Generalmente non c'è bisogno di disinfettare la ferita, ma è importante controllare che il gatto non si lecchi la parte, poiché con la sua lingua ruvida ritarderebbe la chiusura della ferita e con la saliva la infetterebbe. Qualora fosse necessario inibire il leccamento, si dovrà mettergli un collare elisabettiano.

Si ricorda che questi sono consigli generali, in ogni caso sarà il vostro veterinario a dirvi come dovete comportarvi prima e dopo l'intervento.

Qual’è l’età migliore per sterilizzare il gatto?
Il momento migliore per sterilizzare la gatta è alla presentazione del primo calore o addirittura prima perché nelle gatte è statisticamente provato che l’asportazione delle ovaie in età precoce (intorno ai 6-7 mesi di età) diminuisce il rischio di insorgenza del tumore mammario.
Nei gatti maschi, la castrazione è consigliata dagli 8-10 mesi di età in poi in modo da aver ultimato la sua crescita corporea. L’insorgenza della pubertà (e quindi del calore e della capacità riproduttiva del gatto) varia in base alle razze, quindi l’allevatore potrà fornire maggiori indicazioni e suggerimenti per individuare il periodo giusto per sterilizzare il proprio gatto.

Quali sono i vantaggi della sterilizzazione?
I gatti sterilizzati sono più equilibrati dal punto di vista psicologico. Le femmine non saranno più indotte a fuggire in cerca di un compagno durante il periodo del calore e/o a miagolare per giorni e notti davanti alla porta o alle finestre, mangiando pochissimo e di conseguenza dimagrendo. I maschi non risponderanno più al richiamo percepito anche a grande distanza delle femmine, non marcheranno il territorio con urine dall'odore decisamente pungente e sgradevole e, se lasciati uscire fuori da casa non correranno il rischio di smarrirsi, avere incidenti, litigare con i propri simili per la supremazia territoriale. Inoltre la sterilizzazione ridurrà la percentuale d’incidenza delle malattie legate all’apparato riproduttivo: tumori mammari che nel gatto sono spesso maligni e infezioni dell'utero (vedi Piometra) nelle gatte, tumori della prostata e dei testicoli (poco diffusi ma frequenti nei gatti non castrati) nei soggetti maschi.
Con la sterilizzazione si perde l'istinto all'accoppiamento e si riduce il rischio di contrarre malattie a trasmissione sessuale e Ultimo ma non meno importante diminuisce l'aggressività del gatto verso i suoi simili rendendo più facili le convivenze.
Uno volta sterilizzato il gatto avrà ancora delle manifestazioni di calore?
Privato delle ovaie e dei testicoli, sia da giovane sia da adulto, un gatto non produce più ormoni sessuali, quindi non può andare in calore.
Certi impulsi (miagolii incessanti, marcature del territorio ma non più odorose, tendenza a voler uscire in giardino) possono ancora manifestarsi ma non dipende dall'impulso, bensì dall'abitudine. Per questo motivo è consigliabile eseguire la sterilizzazione/castrazione entro i primi anni di vita.

Dopo l’intervento il gatto cambierà carattere?
La sterilizzazione non influisce per nulla sul carattere dell'animale e sul suo modo di rapportarsi col mondo esterno.
Tutt'al più il comportamento diviene più stabile. E' comunque importante ricordare che dopo i 12/18 mesi di vita, tutti i gatti diventano più calmi.

Un gatto sterilizzato ingrassa facilmente?
La sterilizzazione modifica l’equilibrio ormonale del gatto e il suo metabolismo,soprattutto nel maschio in quanto l’assenza, o meglio la netta riduzione del testosterone, determina una minore costruzione di massa muscolare a vantaggio delle parti adipose, ma ciò non giustifica tuttavia il perché alcuni gatti sterilizzati tendono a ingrassare mentre altri no.
L’aumento di peso è causato da una sovralimentazione, dallo scarso esercizio fisico, accompagnate da una predisposizione su base genetica e da una risposta più o meno presente agli stimoli esterni.


La piometria

La piometra è una malattia che colpisce l’utero e si presenta nelle gatte adulte non sterilizzate. Insorge per la presenza di batteri che si moltiplicano e lavorano su un utero già stimolato in modo abnorme dall'attività del progesterone, nel corso di più calori in successione.
Lo sviluppo della piometra vera e propria è infatti sempre preceduto, a livello della mucosa uterina, da fenomeni di “iperplasia endometriale cistica” in quanto il tessuto prima iperplastico (cioè aumentato di volume per eccessiva stimolazione) va incontro a degenerazione cistica.
Durante l’estro i batteri presenti a livello vaginale raggiungono l'utero in attraverso la cervice dilatata e proliferano, determinando l'esplosione della patologia vera e propria (materiale purulento nell’utero). Il sintomo classico, riferito dal proprietario, è dato dalla fuoriuscita di materiale purulento dalla vagina se si tratta di piometra a cervice aperta; se si tratta invece di piometra a cervice chiusa la diagnosi è sicuramente meno immediata in quanto mancano perdite evidenti ed i sintomi, ad un occhio inesperto, possono sembrare molto generici: la gatta diventa apatica, smette di mangiare (anoressia), beve molto più del solito e conseguentemente urina di più, a volte vomita e ha dolore addominale.
La diagnosi deve comunque essere fatta mediante ecografia in cui l'utero, che normalmente non è visualizzato poiché piccolo e anecogeno, appare come un'immagine scura (iperecogena) contentente cioè del materiale (pus). Possono essere utili anche degli esami di laboratorio in cui si ha un aumento delle cellule infiammatorie (in particolare i neutrofili) nel sangue.
Una volta fatta la diagnosi, è sicuramente necessario iniziare terapia antibiotica e fluida nell'attesa di stabilizzare il paziente per procedere poi alla risoluzione del problema.
L’opzione più risolutiva e preferibile è quella chirurgica consistente nell'asportazione di utero ed ovaie (ovaioisterectomia) – da scegliersi sempre in caso di piometra chiusa.
Nel caso il soggetto abbia un grande valore riproduttivo e sia ancora in buone condizioni di salute, e che la a piometra sia di tipo aperto si può tentare la terapia medica che consiste nella somministrazione di antibiotici ad ampio spettro per circa 1 mese, ed iniezioni di antiprogestinici allo scopo di indurre una lisi del corpo luteo e aumentare la contrattilità della componente muscolare dell'utero nella speranza di riuscire a svuotarlo completamente dal materiale purulento.
La terapia medica deve essere seguita sotto stretto controllo veterinario che eseguirà ecografie ed esami del sangue ripetuti per monitorare lo stato dell’utero. Si tratta di una patologia in cui la vita è messa a rischio poiché porta repentinamente l'animale in uno stato di tossicosi importante.
E’ importante portare la gatta dal vostro veterinario qualora si presentassero questi sintomi.